«Una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e di indecisioni»

Bertrand Russel

Non è solo una bella frase acchiappa-like da scrivere su Facebook, ma una vera e propria distorsione cognitiva studiata dagli psicologi David Dunning e Justin Kruger, della Cornwell University.

I due psicologi statunitensi sono arrivati alla conclusione che individui poco qualificati tendono a sopravvalutare moltissimo le proprie competenze; mentre individui realmente qualificati, tendono a sottovalutarsi.

Se volessimo semplificare all’estremo, potremmo dire che, dato un argomento, lo stolto ne legge due righe e crede di dominarlo, mentre il saggio più si informa, più si rende conto di quanto sia realmente ramificata la conoscenza, da non potersi mai definire preparato.

Recentemente abbiamo visto la “sindrome” Dunning-Kruger dilagare: mentre esperti virologi raccomandavano prudenza e fiducia nella scienza, decine di migliaia di persone senza alcuna conoscenza medico-scientifica pontificavano sui reali effetti del vaccino anti-Covid.

Insomma, il socratico “so di non sapere” si verifica solo con una profonda conoscenza della materia. Osservando il grafico si nota che ad un basso livello di conoscenza corrisponde un elevatissima sopravvalutazione delle proprie competenze.

Tale esagerata supervalutazione di sé stessi diminuisce con l’aumento delle competenze nella materia. A questo punto però la fine non si verifica mai: l’esperto si rende conto che manca sempre qualcosa a rendere completa la propria preparazione e tende a sottovalutarsi pensando che se qualcosa gli riesce facile, lo sia per tutti.

E non è finita. Questa sottovalutazione della conoscenza può addirittura degenerare nella sindrome dell’impostore, secondo la quale i successi ed i riconoscimenti di un esperto non sono legati a qualità proprie, ma alla fortuna o alla casualità. Questo spiegherebbe perché l’esperto mantiene sempre un profilo basso e poco esposto, mentre l’ignorante dà libero sfogo a rumorose  manifestazioni di ignoranza.[/vc_column_text]

Come riconoscere chi ne è affetto?

Non è difficile. L’inesperto ostenta le proprie conoscenze in maniera ripetitiva, arrivando presto al termine della lista di argomenti conosciuti. Deride le conoscenze altrui solo perché in disaccordo con i 2-3 articoli, paragrafi, elaborati, sui quali si basa tutta la sua conoscenza.

Inoltre, l’inesperto non porta mai prove tangibili e scientifiche delle proprie affermazioni, basando la presunta correttezza delle stesse su sentito dire ed esperienze personali.

“Il folle è ostinato e non ha dubbi. Conosce tutto tranne la propria ignoranza”

`{`faraone Akhenaton, XIV sec. a. C.`}`

Dunning e Kruger basarono i propri studi su test, dal risultato sconvolgente. Dopo aver fatto svolgere delle prove ai soggetti, gli psicologi comunicavano ai candidati i risultati e chiedevano una nuova valutazione delle proprie competenze. Il gruppo dei competenti lo stimava correttamente, mentre il gruppo dei non competenti tendeva a supervalutare sé stesso: sovrastimavano di molto il proprio livello di performance e di abilità. « […] Sebbene i punteggi li accreditassero nel 12° percentile, essi reputavano di essere nel 62°.»

Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti commissionò uno studio su un campione di 25.000 cittadini riguardo la loro conoscenza finanziaria. Ottocento di loro erano stati dichiarati falliti economicamente, e sono stati proprio questi a dichiararsi esperti in campo finanziario.

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C'è speranza?

Si. Sebbene, a domande relativamente facili per il loro livello di competenza, gli esperti erano convinti che quelle domanda fossero facili per tutti (pensando erroneamente, se lo so fare io lo sa fare chiunque), e sebbene i non esperti tendessero sempre e comunque a sopravvalutarsi, gli psicologi hanno dimostrato che gli incompetenti miglioravano la loro autovalutazione quando gli si faceva notare cosa non conoscessero.

Tutti noi abbiamo un conoscente affetto da sindrome di Dunning Kruger; se non lo hai, sei tu.

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